The secret building di Ludovico Quaroni

La primavera con i suoi colori odori e suoni si manifesta regalandoci immagini sublimi, lasciamoci trasportare dalle onde positive della bella stagione.

L'articolo di oggi è guidato dalla lungimiranza di un grande Maestro Ludovico Quaroni che ha illuminato lo scenario oscuro dell'architettura di questo secolo.

Purtroppo oggi assistiamo alla paralisi di tutti gli interventi.

Si spera che cambi la nuova classe dirigente in modo da far ripartire l'economia Italiana.

Oggi assistiamo sempre ai soliti giochi di potere e le conseguenze è la buona o cattiva fattura dell'Opera compiuta.

Il progettista dopo essersi aggiudicati con grandi sacrifici il concorso il progetto originario viene stravolto dagli operatori o imprenditori che sono addetti ad applicare i segni tracciati in carta dall'Architetto.

Molte volte il progetto originale viene stravolto dai numerosi sub-appalti che le varie imprese si susseguono nel corso di 10 anni e non si capisce più il disegno originario.

Alla fine i soldi finiscono e i quartieri rimangono senza servizi e ognuno a scarica barile, indica il colpevole l'impresa precedente.

Gli scenari sembrano riecheggiare dei vecchi film dell'orrore e le persone non sanno più, chi è stato il progettista o il costruttore.

Finisce tutto nel nulla.

Oggi volevo soffermare la vostra attenzione su un grande Luminare Ludovico Quaroni.

L'autore nel suo libro " Progettare un Edificio ", con grazia e con sapienza, tesse la sua ragnatela, evidenziando il disorientanento dovuto al bombardamento delle troppe idee.

Il rifugio e la risoluzione del problema lo porta a cercare un mito, magari povero che riecheggia in uno strano "slogan" il consumismo sfrenato.

Questo atteggiamento si verifica nelle costruzioni dove l'edificio è visto come un oggetto usa e getta senza anima, soprattutto da utilizzare solo per dormire e per fare i bisogni.

Ma la cosa più allarmante, si costruisce senza usare materiali idonei compatibili con l'ambiente, non si fanno le pareti di tompagnamento a cassette (cioè le doppie pareti), il che determinano dei fenomeni strani di freddo nelle abitazioni e soprattutto muffe e odori sgradevoli.

Come siamo ridotti ci può dire il mitico e misterioso Quaroni.

Siamo arrivati sulla Luna, conosciamo nuovi pianeti, si studia la nanotecnologia e il neutrino, la scienza spende miglioni di euro per ricerche varie e siamo arrivati alla frutta.

Città che non hanno un linguaggio ben preciso, ma la cosa più allarmante, che gli speculatori costruiscono indisturbati, sempre con le stesse tipologie, sbagliando e reiterando gli errori nel metodo costruttivo.

La fretta e la cattiveria è la carta d'identità della nostra società, come il peccato di qualcuno che predica bene ma razzola male.

Ritorniamo al linguaggio esoterico del libro, egli usa il termine Architettura considerata una manifestazione dell'attività umana, intesa a fornire agli uomini gli spazi, interni ed esterni, necessari all'esercizio delle loro funzioni istituzionali e vitali, dalla scuola alla casa, dall'edificio di interesse pubblico, all'insieme di spazi nel cuore del quartiere o della città, dalle infrastrutture al paesaggio, alle strutture urbane grandi e piccole.

Spazi concreti e non eccezionali, ma in quanto tali di primaria importanza sociale, tali quindi da richiedere un " ordine" strutturale dignitoso e civile, anche se mantenuto nei limiti della produzione corrente, la qualità deve essere sostenuta e protetta proprio in relazione alla grande sua "quantità" costituente l'ambiente di vita per tutti.

L'autore con egrègia eloquenza mette in evidenza che il criticare un sistema, un gruppo di pensiero, una casta, un saggio scrittore si espone ingenuamente ma consapevolmente a sicure critiche: il pensiero espone non " regole" paragonabili a Canonizzazioni datate, che in musica si chiama <<armonia>> e <<contrappunto>>, ma solo qualche osservazione più generale che interessa l'architettura di tutti i tempi, e presumibilmente quindi quella del nostro, risalendo sia pur superficialmente ai caratteri strutturali dell'operazione progettuale architettonica, a quei caratteri che non possono essere venir trascurati, qualunque sia la poetica o la linguistica che interessa al momento e nella circostanza, senza la perdita sicura del risultato <<architettura>>.

L'autore conclude dicendo che il Fare Architettura è un sapiente gioco di Oggi, Ieri, Sempre.

Inoltre ringrazia le infinite opere di architettura grandi e piccole, con un possibile autore o decisamente anonime, che riempiono ancora di vita lo squallido paesaggio umano: e da esse direttamente, sono convinto, che ho imparato di più: e con esse ho potuto mettere insieme il mio <<museo immaginario>> dell'architettura.


22/03/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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