Le Corbusier e Wright due geni a confronto.

Il tempo scorre e assistiamo inermi alle strategie che l'uomo pone ai suoi simili. Che cosa diranno in futuro della nostra civiltà? Sono domande che ci mettono in crisi e ci fanno capire che siamo lontani da un sistema in equilibrio.

Continuiamo il nostro percorso verso la conoscenza, che se pur effimera, ci sostiene nel sentiero della vita. Ci guideranno geni come: Le Corbusier e Frank Lloyd Wrigt. Ho citato Wrigt in modo che il lettore abbia chiara la posizione dei due Maestri. In particolare analizziamo dalle crude parole cosa dice Wrigt della "civiltà meccanica" : non condanna recisamente il carattere meccanico della civiltà moderna,ma vuole che sia la macchina a servire l'uomo nel suo lavoro e non l'inverso. Alla base del pensiero di Wrigt è dunque il valore morale della personalità umana. Da qui trae spunto per la sua costruzione ideologica : il concetto di una "vita organica" che è della natura come dell'uomo ,essere perfettamente dotato per ricevere e trasmettere gli impulsi vitali emanati dalla natura.

Giuseppe Samonà scrive un appassionato saggio sul maestro: "Il fascino che su di noi ha avuto l'opera del genio wrightiano è fascino del distinto, l'attrazione per qualche cosa che si dovrebbe essere e non si è. Inconsapevolmente abbiamo sentito che Wrigt è dentro all'oggetto delle sue creazioni, quasi già prima che queste si determinassero dall'inconscio processo delle sensazioni. Abbiamo sentito che in lui non esiste un << a priori>> programmatico di esperienze da risolvere, da disintegrare, per ricostruirle nell'assoluto della creazione. Abbiamo intuito che tutta la realtà si pone da sè nell'immediatezza del suo essere eterno presente,come materia tradotta in forma da uno spirito che dissolve ogni problematica, scomponendo e ricomponendo le discontinue apparenze dentro una realtà quasi religiosa, in cui tutto si fa sostanza plastica costruita,che rifiuta l'idea di concreto e di astratto in se.

Continuiamo ad analizzare il libro di Italo Calvino per assaporare e riscoprire l'essenza della vita. Nel suo libro come vi avevo accennato, mette in riferimento dei termini che sono la "chiave di lettura" per conoscere l'universo sensibile e quello invisibile .L'altra volta abbiamo analizzato la parola" Leggerezza" e con semplici metafore l'autore mette in evidenza la caducità dell'essere umano infinitamente piccolo nei confronti dell'universo invisibile. I riferimenti alla pesantezza del mondo è indicativo per far emergere il peso della gravità e lo indica come il segreto della leggerezza.

Oggi analizziamo un altro termine la Rapidità: la rapidità e la concisione dello stile piace perchè presenta all'anima una folla d'idee simultanee, così rapidamente succedentesi ,che paiono simultanee, e fanno ondeggiare l'anima in una tale abbondanza di pensieri, o d'immagini e sensazioni spirituali. Come evince questo concetto esposto l'uomo deve tendere alla rapidità non perdendo di vista i valori umani. Purtroppo oggi assistiamo alla mercificazione dell'uomo e dei suoi valori più alti ed è stato sostituito dal Dio denaro e dal consumismo sfrenato. Tutto questo dove ci sta portando? sicuramente all' autodistruzione. Domani vi parlerò dell'amore di Carlo magno per una ragazza tedesca e dell'incantesimo dell' anello magico che le forze del male avevano fatto al re.

Analizziamo il pensiero di un grande maestro Le Corbusier per capire l'essenza progettuale e ispirandoci ai suoi pensieri immaginiamo città armoniche. Egli scrive in Vers une architecture: si impiega pietra, legno,  cemento; se ne fanno case, palazzi; questo è costruire. L'ingegnosità lavora. Ma, di colpo, il mio cuore è commosso; sono felice e dico: è bello. Ecco l'architettura: L'arte è qui. La mia casa è pratica come le ferrovie o le compagnie dei telefoni. I miei muri si alzano al cielo secondo un ordine che mi commuove,le intenzioni molte volte sono dolci, brutali, incantevoli e dignitosi. I miei occhi guardano le pietre che hanno disegnato un luogo materializzando un pensiero che si rende manifesto senza suoni,ma unicamente attraverso prismi determinano la spiritualità del luogo.

Ritorniamo ad analizzare gli interni dei film per cercare di trovare delle matrici che possiamo ripetere nelle abitazioni che progettiamo. Nei film di F.F.Coppola, 1972 e Bertolucci l'interno di questi film,è ancora un'altra accezione dell'idea di famiglia, quella di una consanguineità che unisce indissolubilmente;la storia di queste famiglie, come quella dell'omonimo film di Scola (La Famiglia, 1988), procede di pari passo con la "storia" più lunga e complessa, quella di un paese o di un secolo. La casa dei nostri sogni (H.C.Potter,1948) è il testo che, forse più di ogni altro,porta sullo schermo il desiderio di possedere una casa come regno o nido di una famigliola felice. Un nucleo familiare medio americano,composto da padre,madre e due figlie,sogna di comprare una casa in campagna, e dopo tante vicissitudini riuscirà nell'intento che si era prefissato. Questi film chiamate "Saghe" mettono in evidenza l'essenzialità della scelta degli spazi segnati dall'esigenze funzionali di ogni membro della famiglia,i percorsi ,gli spazi e le visuali sono scanditi dal ciclo naturale della luce e del sole. Le stanze a sud vengono scelte per il soggiorno pranzo, la cucina molto ampia viene arricchita da ampie finestre e le stanze per la notte si posizionano ad est. Infine gli spazi ripostigli e lavanderia vengono scelti a nord.

Domani vi parlerò della città utilizzata da scenario di sfondo che viene preso come riferimento per dare identità ad un periodo storico.

 

05/02/2013

 

 

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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