Le Corbusier in arte Charles-Eduard Janneret e Frank Lloyd Wright geni eretici a confronto - parte 5

Voliamo alto con l'aiuto di due grandi architetti: Le Corbusier e Wright ripercorriamo i loro sentieri per conoscerli meglio e trarre dai loro insegnamenti pillole di saggezza.

Come è nel mio stile, l'articolo sarà strutturato seguendo la vita dei due geni.

Il lettore senza accorgersi si troverà immerso nell'oceano infinito delle parole, che lo porterà a sognare ad occhi aperti in un mondo Metafisico di De Chirico, o come in un film di Erry Potter dove la fantasia fa riscoprire il bambino che è racchiuso dentro di noi e ci guida nel cosmo della conoscenza.

Le Corbusier.

Temperamento da orologiaio svizzero e, insieme, pittore astratto; maniaco di codificazioni e propagandista di straordinaria versatilità; categorico assertore di schemi, ansioso di primeggiare, più che per l'eccellenza dei risultati poetici, per geniale chiarezza metodologica; scontroso, egocentrico, sarcastico e lirico, sensibile ai temi sociali non tanto per reale partecipazione, quanto per l'esigenza di racchiudere i comportamenti umani entro schemi algebrici. Caratteristica del suo stile: astrattismo figurale, astrattismo tecnico, astrattismo sociologico fusi da una prodigiosa capacità di intervento. Le Corbusier è uomo, architetto e trattatista. Vocazione univoca dove il gesto tende a sancire un'assioma. L'arte lo coinvolge nella misura in cui dimostra una tesi illuminista o una proposizione dottrinale; ricerca paziente cartesiana in ogni piega emotiva.

1945 Pubblicazione dei libri Les Trois ètablissements humains e propos d'urbanisme. Preparazione dell'esposizione La France d'Outremer a Parigi. Dopo la liberazione di Parigi il suo atelier in rue de Sèvres viene chiamato ATBAT (atelier des Bàtisseurs).

LC viene nominato capo urbanista della regione La Rochelle-Pallice.

Viene concluso un accordo col ministero per la ricostruzione a Parigi per una Unitè d'habitation a Marsiglia .

LC si reca in USA assieme a Claudius Petit, Sive, Emery, Hanning, Bodiansky per studiare l'architettura americana contemporanea.

1946 LC ritorna a New York, questa volta come membro della commissione di studio per la sede dell'ONU incontro con Albert Einstein a Princeton.

1947 Esposizione a Vienna . Il progetto 23A di LC per la costruzione della sede dell'ONU a New York viene accettato. K. Harrison inizia l'esecuzione.

Viaggio a Bogotà . Sesto congresso CIAM a Bridgwater. Presentazione della Grille CIAM.

Nel suo Atelier di rue de Sèvres LC dipinge il grande murale. Nascono le prime sculture in legno con la collaborazione del falegname bretone Joseph Savina. Continua domani. . . . . . . . . . .

Le Corbusie e la <<Ville Radieus>>.

Le Corbusier scrive nel 1923 in Vers une architecture: il meccanismo sociale, profondamente turbato, oscilla tra un progresso di importanza storica e una catastrofe. L'istinto primordiale di ogni essere vivente è di assicurarsi un alloggio. Le diverse classi attive della società non hanno più un alloggio adeguato, nè l'operaio, nè l'intellettuale. La chiave dell'equilibrio che oggi si è rotto è un problema di edilizia: architettura o rivoluzione. . . . . . . . . . .

Le trasformazioni apportate ai suoi prototipi urbani negli anni Venti, per cui la <<gerarchica>> Ville Contemporaine del 1922 fu sostituita dalla << aclassista >> Ville Radieuse del 1930, implicò notevoli cambiamenti nel modo di concepire la città della civiltà della macchina da parte di Le Corbusier. Tra questi, il più significativo è costituito dal passaggio da un modello di città centralizzata a una teoricamente senza limiti, il cui principio di ordine derivava dall'essere zonizzata, come la città lineare di Milyutin, in fasce parallele. Nella Ville Radieuse, queste fasce erano destinate ai seguenti usi: 1 città satelliti destinate all'istruzione; 2 zona degli affari; 3 zona dei trasporti, compresi la rete passeggeri e il trasporto aereo; 4 zona degli alberghi e delle ambasciate; 5 zona residenziale; 6 zona verde; 7 zona dell'industria leggera; 8 depositi più rete merci; 9 industria pesante. E' a dir poco paradossale che qualche traccia della metafora umanista, antropomorfa persistesse ancora in questo modello. Ciò è particolarmente evidente nei suoi schizzi espicativi del periodo, che mostrano la << Testa >> isolata dei quattordici grattacieli cruciformi al di sopra del << cuore>> del centro culturale, situato tra le due metà o <<polmoni>> della zona residenziale . A parte le distorsioni indotte da tali metafore biologiche, il modello lineare era fedelmente rispettato, lasciando con ciò che meno zone gerarchiche si espandessero in modo autonomo le une rispetto alle altre.

La Ville Radiuse portò il concetto di città aperta, insito nella Ville Contemporaine. . . . . . . . Continua domani. . . . . . . . . .

Frank Lloyd Wright

L'impatto con la metropoli è drammatico: da un lato ne rimane ammaliato, dall'altro matura una forte avversione per le concentrazioni urbanne.

L'inglese è una lingua diversa dopo Shakespear, come l'italiano dopo Dante; la fisica diviene un'altra scienza dopo Einstein, e così la psicologia dopo Freud; la musica è stata rivoluzionata da Schonberg. Una svolta analoga si verifica in architettura con Wright. Il salto è di tale importanza che pochi sono in grado di misurarlo e nessuno di ripeterlo, sicchè la vicenda successiva, specie degli anni cinquanta in poi, sembra un annaspare convulso e gratuito su temi già risolti nella poetica wrightiana, o un tentativo suicida di sottrarsi, dilapitandola, alla sua eredità. . . . . . . .

Frank Lloyd Wright

1910 Esce il volume delle edizioni Wasmuth, Ausgefuhrte Bauten und Entwurfe. Quanto alla mostra di Berlino, essa costituisce un'esperienza fondamentale per i giovani architetti tedeschi e olandesi. Al volume Wasmuth seguono altre pubblicazioni in Olanda.

1911 Ritorno negli Stati Uniti nella terra nativa di Spring Green, Wisconsin dove fonda la comunità di Taliesin, un cantiere in perenne mutamento e in costante crescita fino al 1959. Letteralmente Taliesin significa << ciglio radioso>>. La collina era uno dei luoghi che prediligevo da ragazzo. Sapevo che nessuna casa deve essere posta << su>> una collina o << sopra >> qualsiasi altro luogo. La casa deve essere << della >> collina, appartenerle.

L'architettura è qualcosa legata alla terra, in comunione con il fiore che cade e l'erba che secca. Si Taliesin doveva essere una fattoria, oltre che uno studio e una casa . Là intendevo condurre un'esistenza non convenzionale. Continua domani. . . . . . . . . . . .

Richardson nel 1878 per la Winn Memorial Library .

A questo punto Wright sembra quasi disperare di aprirsi la strada verso un nuovo stile: i suoi edifici pubblici sono ancora in gran parte italianeggianti, in parte richardsoniani, mentre le case d'abitazione sono ora costantemente caratterizzate da tetti poco inclinati, sospesi ad altezze diverse sopra piante asimmetriche e allungate. Caratteristiche di questi due atteggiamenti sono una casa ad appartamenti, la franciso Terrace, e le case Heller e Husser, tutte costruite a Chicago tra il 1895 e il 1899.

Sarebbero occorsi a Wright ancora due anni per comporre tutte queste diverse influenze nello stile integrato di quella casa in cui avrebbe espresso il suo mito della prateria, e di cui avrebbe scritto, nel 1908: " La prateria ha una sua propria bellezza, e noi dovremmo riconoscere e accentuare questa bellezza naturale, il suo calmo livello.

Perciò . . . aggetti protettivi, basse terrazze e muri che si estendono a isolare giardini privati".

L'emergere definitivo del Prairie Style coincise con la maturità teoretica di Wright, quale si espresse nella sua famosa conferenza del 1901, The Art and Craft of the Machine, tenuta al Hull House Settlement di Jane Addam a Chicago. Prendendo come punto di partenza la sua disperazione giovanile nel leggere Notre Dam de Paris di Victor Hugo (1832), in cui l'autore giungeva alla conclusione che la stampa avrebbe infine eliminato l'architettura, Wright controbatteva che la macchina può essere usata con intelligenza, conformemente alle proprie leggi, come un agente per l'astrazione e la purificazione, processi che possono redimere l'architettura dai danni dell'industrializzazione. Continua domani. . . . . . . . . . . . . .

 

 

19/04/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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