B. Croce e la il valore storico delle Vite del Vasari

Iniziamo come sempre a parlare del Genio Picasso: a 10 anni la famiglia lascia Malaga per Corun'a e frequenta la scuola secondaria, tra i dodici e i tredici anni, esegue molti disegni a lapis copiando gessi:statue dagli occhi ciechi, torsi di guerrieri, ma anche disegnando zampe di uccelli morti che il padre gli sottoponeva come modelli da copiare.

Comincia a disegnare anche soggetti dal vivo, privilegiando tra i suoi primi modelli la sorella Lola, gli amici del padre e le famiglie borghesi dalla spiaggia. Il primo ritratto importante è dedicato a un amico intimo del padre, il dottor Raimon Perez Cosales. Un'altra opera che colpisce per la maturità del tratto e insieme la freschezza del tocco è un piccolo ritratto di fanciulla, La ragazza dai piedi nudi, eseguito negli ultimi mesi di soggiorno a La Corun'a: accademismo, drammaticità del contrasto e realismo del soggetto ripreso, lo stile prelude inevitabilmente che ci avviciniamo al Periodo Blu. Il soggetto è un umile e povera ragazza dai piedi nudi e dallo sguardo triste, ritratta in modo ieratico e frontale.

I maestri della pittura spagnola sono fonte di riflessione negli occhi del piccolo Picasso. Visita mostre sia a Corun'a dove vede Velàzque, Goya e Zurbaràn, che in occasione di un soggiorno estivo a Madrid nel 1895. Visita il museo del Prado, effettuata in quell'occasione.

Il padre si è accorto ormai da tempo del talento del figlio e lo stesso Picasso ricorderà" Mi passo i suoi colori e i suoi pennelli, e per tutta la vita non dipinse più ".

trasferitosi a Barcellona nel 1895, la famiglia di Picasso trova alloggio nella calle Cristina, vicino ai docks nella città vecchia, a due passi dalla Scuola di Belle Arti.

Proprio in questa vetusta istituzione catalana, Picasso si pose in contrasto con le convenzioni e la sua lentezza del mondo accademico.

Il periodo delle Belle Arti sarà in seguito considerato dallo stesso Picasso un periodo di scarso apprendimento, poco produttivo e addirittura un passo indietro rispetto alla sua primissima produzione da fanciullo negli anni di Corun'a.

La promettente atmosfera catalana si dimostrò una delusione e Picasso e suo padre caddero in sconforto.

Il padre era stato messo in un angolo e scalzato dai vecchi amici dell'Accademia Reale, che avevano una vita più redditizia e un nome da spendere sui giornali dell'epoca.

Il quindicenne Picasso è affascinato da Liberty di Barcellona, da Gaudì e dal suo modo di ispirarsi con il suo stile di stravolgere l'architettura e lo stile gotico.

Questo periodo picasso anela all'impossibile, alla smisuratezza, al sogno, senza avere un modello ben preciso.

Trasferitosi nella nuova casa di calle de la Merced numero 3, Picasso trova uno studio in calle de la Plata, dove dipinge probabilmente un quadro intitolato Attacco alla baionetta, oggi scomparso e il dipinto Scienza e carità. il soggetto per quest'ultimo è stato preso dal padre, il quale posa anche come modello.

Discrezione, essenzialità e assenza di inutile sentimentalismo caratterizzano il quadro, che riceve una menzione presso la Mostra Nazionale delle belle Arti di Madrid e una medaglia d'oro a Malaga.

Queste e altre opere risentono quindicenne l'influsso dell'atmosfera retorica e convenzionale dell'ambiente accademico.

I quadri: la prima comunione, il ragazzo del coro, due anatre, e anche i disegni e gli acquarelli, tra cui Uomo in piedi, e il Ragazzo che legge, sono esempi che rappresentano la volontà di rendere essenziale e diretta la descrizione del soggetto.

La prossima volta iniziamo a parlare del periodo del 1897 in cui si avverte il cambiamento dello stile.

Continuiamo a parlare del Libro del Vasari " Le Vite dei più eccellenti Pittori Sculltori e Arhitetti.

Nella pagina XVII nel Valore storico è descritto una riflessione del B. Croce che Le Vite si collocano tra gli esempi più tipici della storiografia umanistica-pragmmatica che tende a spiegare i fatti, degli individui presi nella loro singolarità. E sebbene si andasse formando una vivace coscienza dei valori spirituali dell'umanità, si scriveva che il frutto di questo cambiamento era ad opera, della volontà degli individui chiamati maestri o geni dell'arte.

L'autore mette in evidenza che il metodo è sempre ciceroniano di magistra-vitae, in uno col precetto oraziano del delectare et prodesse. In sostanza è una descrizione veritiera dello specchio della vita umana, non si prediligeva i fatti di un Principe o di una Repubblica, ma si analizzava i giudizi, i consigli, i partiti. E si descrivevano le loro azioni sia felici che infelici.

L'anima della storia riesce con i suoi aneddoti a essere maestra di vita e insegnano a vivere la quotidianeità.

Se si analizzano le opere degli artisti gli uomini dei partiti che gestiscono la cosa pubblica, rappresentano una moralistica delle loro azioni. Azioni umane felici e infelici descritte nelle opere d'arte. Gli atteggiamenti, tratti somatici, fantasie degli autori descrivono i loro pregi e difetti.

Il dono divino e delle virtù che viene dato agli artisti è solo per il raggiungimento della Fama.

Il Vasari descrive il corso ciclico di progressi e decadenze del fenomeno della fama.

La descrive in quattro età e afferma che le arti come i corpi umani hanno le quattro fasi: nascono, crescono, invecchiano e muoiono.

Per cui la vita di un'artista si può analizzare come un progresso continuo : dai primi incerti inizi della prima età, ancor rozza e goffa, una seconda età dove l'artista si evolve fino alla gloriosa perfezione e si conclude con la decadenza che coincide con la vecchiaia.

Nel proemio alla terza età, individua cinque categorie della seconda età:Regola, ordine, misura, disegno, maniera.

Regola e ordine appartengono all'architettura;misura è caratteristica sia dell'architettura, pittura, scultura.

Il disegno appartiene alla scultura e pittura.

La Maniera come caratteristica di ritrarre le cose più belle:mani, teste o corpi, gambe, unirle in un unico disegno e essere ricordate come bella Maniera.

La Terza età indica Leonardo come esempio, che seppe con grazia divina, disegnare le minuzie della natura, con buona regola, miglior ordine, o retta misura, disegno perfetto.

Mette in evidenza il Vasari anche la Grazia come caratteristica essenziale che è legata alla Bellezza e all'Invenzione.

Caratteristica degli geni era l'amore e il desiderio che suscita l'opera d'arte che ha una concordanza unita che dia terrore nelle furie e dolcezza, negli affetti piacevoli, rappresenta le intenzioni del pittore, e non le cose che non pensava.

L'opera esprime un carattere, oggettivo che soggettivo ad un tempo, che pone in luce tanto la bellezza dell'opera quanto la capacità d'invenzione dell'autore che permette di indovinare l'animo.

La prossima volta analizzeremo come il Vasari mette in luce il lato intellettualistico più che quello pratico delle opere d'arte.

 

23/02/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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