Architettura Bioclimatica e le sue applicazioni

Il termine Bioclimatica è una disciplina fondata da Kòpper agli inizi del secolo scorso, finalizzata alla ricerca delle cause di una determinata distribuzione della vegetazione nelle varie regioni del pianeta.

Tale disciplina tende ad identificare il "Bioclima" come quel processo di fattori del clima stesso che regolano, attraverso processi di "Ologenesi", la distribuzione planetaria dei grandi tipi di Bioma.

La "Bioclimatologia", dunque studia le connessioni tra il clima e la vita e definisce le modalità attraverso le quali l'uomo costruisce la propria abitazione tenendo conto delle peculiarità dei vari tipi di clima che si incontrano sul pianeta. Per progettare correttamente un edificio, energicamente razionale, occorre uno studio approfondito di tutti i fattori climatici relativi ed una identificazione della complessità della localizzazione di un edificio, sia nelle condizioni climatiche troppo calde che in quelle troppo fredde. L'architettura Bioclimatica potrebbe sintetizzarsi come quel complesso di soluzioni progettuali che consente di garantire al'interno di un edificio il mantenimento di condizioni di benessere utilizzando, il meno possibile, impianti che richiedono consumi energetici da fonti esauribili e quindi non rinnovabili.

Un edificio deve essere in grado di stabilire un rapporto particolarmente stretto ed interdipendente con l'ambiente esterno ad esso, e poichè le condizioni esterne variano a seconda del sito e per un determinato sito variano anche nel tempo, l'edificio Bioclimatico ideale dovrebbe modificarsi, integrarsi ed adattarsi conseguentemente e coerentemente.

Dovrebbe infatti caratterizzarsi come un edificio in grado di disperdere quantità minime di calore quando è molto freddo, captare energia solare durante le ore diurne soprattutto nei mesi invernali, immagazzinarla ed usarla quando serve, respingere le radiazioni solari nei periodi più caldi, nei quali, invece, dovrebbe cedere calore verso l'esterno in maniera cospicua.

Questo comportamento Bioclimatico può essere indotto, cioè creato, nell'edificio attraverso una serie di accorgimenti progettuali ed attraverso l'impiego di opportune configurazioni planimetriche e formali.

Prioritariamente è assolutamente necessario considerare la Forma e l'Orientamento dell'edificio stesso in quanto configurazioni volumetriche molto compatte, ad esempio, sono in grado di ridurre le dispersioni di calore ed aumentano, al contrario, i guadagni di radiazione solare quando la temperatura esterna è maggiore di quella interna.

Per la riduzione delle "Dispersioni" è necessario, infatti, che l'edificio sia isolato termicamente attraverso l'utilizzo di stati di materiali isolanti sulle pareti opache,  sulle coperture e sui solai, riducendo contemporaneamente anche l'estensione delle superfici vetrate sulle pareti che ricevono poca radiazione solare per tutto il periodo di esposizione.

L'uso di doppi vetri e di schermature mobili per le finestre riduce, dunque, la dispersione durante le ore notturne, mentre le superfici che ricevono molta radiazione solare, esposte prevalentemente a sud, dovrebbero potersi aprire, all'occorrenza, per accoglierla, immagazzinarla e diffonderla in modo differenziato.

La forma, le dimensioni e la posizione delle aperture dovranno permettere la ventilazione ed il raffreddamento notturno dell'edificio stesso.

Domani approfondiremo le teorie Biologiche nei metodi progettuali.

Concludo l'articolo citando un' esortazione del grande genio Frank Lloyd Wright.

Io proclamo che è giunta l'ora per l'architettura di riconoscere la propria natura, di comprendere come derivi dalla vita e abbia per scopo la vita quale oggi la viviamo, di essere intensamente umana. Se viviamo con individualità e bellezza, l'architettura diventa la necessaria interpretazione della nostra vita.

 

12/02/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

Seguici su Facebook