Adler, Sallivan e Frank Lloyd Wrigt tre luminari a confronto – parte 1

Louis Sullivan

Direi che le nostre facoltà estetiche risulterebbero grandemente avvantaggiate se per qualche anno ci astenessimo completamente dall'uso dell'ornamento, in modo che la nostra attenzione possa concentrarsi intensamente sulla produzione di edifici ben formati e gradevoli nella loro nudità.

Dovremmo così evitare per forza molte cose indesiderabili, e imparare per contrasto quanto è efficace pensare in modo naturale, positivo e morale.

Avremo imparato che l'ornamento è mentalmente un lusso, non una necessità, poichè avremo compreso sia le limitazioni che il grande valore dei volumi disadorni. Il romanticismo è dentro di noi, e ardiamo dal desiderio di esprimerlo .

Sentiamo intuitivamente che le nostre forme potenti, atletiche e semplici porteranno con facilità naturale l'abbigliamento che sognano, e che i nostri edifici così ammantati di immaginazione poetica, per metà celati come se indossassero scelti prodotti del telaio e della miniera, eserciteranno un doppio fascino, come una melodia sonora raddoppiata da voci armoniose.

Durante i primi anni della loro carriera, Adler e Sallivan si preoccuparono di soddisfare le pressanti richieste di una Chicago in piena espansione, allora in corso di ricostruzione come capitale del Midwest, dopo essere stata distrutta dall'incendio del 1871.
Dopo essere stata distrutta dall'incendio del 1871.

Verso il 1880, mentre Adler stava ancora consolidando la sua attività professionale, Sullivan lavorava per Jenney, familiarizzandosi in tal modo con gli aspetti tecnici della costruzione a Chicago.

nel suo saggio del 1926, The Autobiografphy of an Idea, Sallivan descrisse le forze potenti che portarono a questo metodo costruttivo:

L'alto edificio commerciale sorse dalla pressione dei valori terrieri, i valori terrieri dalla pressione della popolazione, la pressione della popolazione dalla pressione esterna.

Ma un palazzo per uffici non si può alzare a una simile altezza senza un mezzo di trasporto verticale. Così la pressione fu trasferita sul cervello dell'ingegnere meccanico la cui fantasia creativa e applicazione produssero l'ascensore per passeggeri .

Ma era insito nel tipo di costruzione in muratura di fissare a sua volta un limite in altezza, poichè le sue mura, che andavano sempre più ingrossandosi, divorano spazio e terreno di sempre maggior valore, mentre aumentava rapidamente la pressione della popolazione.

L'attività che si svolgeva a Chicago per erigere alti edifici attrasse finalmente l'attensione dei locali direttori di vendita delle fabbriche dell'Est, e i loro ingegneri furono messi al lavoro.

Le fabbriche per un certo periodo avevano preparato le strutture curve che a lungo erano state in uso per la costruzione di ponti.
Il lavoro di base era così preparato.

Fu questione di una visione dell'arte di vendere basata sull'immaginazione e sulla tecnica ingegneristica.

Così l'idea di un'armatura in acciaio che avrebbe sopportato tutto il carico fu presentata in via provvisoria agli architetti di Chicago.

Una volta fatto il gioco, rapidamente prese corpo qualcosa di nuovo sotto il sole.
Gli architetti di Chicago diedero il benvenuto all'armatura di acciaio e ne fecero qualcosa . Gli architetti dell'Est ne furono spaventati e non poterono dare alcun contributo.

Come indicava Sullivan, verso il 1880 gli architetti di Chicago non avevano altra scelta che quella di approfondire tecniche avanzate di costruzione, se volevano continuare a esercitare la loro attività; e mentre il grande incendio aveva dimostrato la vulnerabilità della ghisa, lo sviluppo successivo della struttura d'acciaio a prova d'incendio.

La sua capacità di fornire molti piani da affittare, consentì agli speculatori di sfruttare al massimo le aree centrali.

Domani approfondiremo la riflessione del critico contemporaneo Montgomery Schuyler che fa la radiografia del periodo storico e con le sue congetture sul fenomeno speculativo.

Una personalità illustre del passato è stato Frank Lloyd Wright: genio eretico, tra i massimi protagonisti della vicenda architettonica di tutti i tempi.

La sua vita è stata una lunga e affascinante avventura umana che si lega strettamente ad una produzione inesauribile che ha costellato l'America di centinaia di capolavori.

Oscillante tra spazio e tempo, classicismo monumentale e pittoresco romantico; e la scelta << anti storica>> di isolarsi dalla metropoli, per potenziare una personalità aggressiva, volta ad interventi inediti ed ipotesi rivoluzionarie.

La sua capacità di penetrare il nucleo dei problemi fisiologici, scientifici ed artistici, elaborando una metodologia progettuale in calzante sintonia con il pensiero più avanzato della nostra epoca, segnatamente con la concezione della relatività einsteiniana.

Impressionista, erede dei movimenti Art and Craft e Art Nouveau, cubista ed espressionista, poi razionalista e informale, pop e minimal, volendo anche post-modern, Wright condensa e stimola tutti gli -ismi contemporanei, restandone immune.

Odia le leggi sovrastoriche, gli a priori e i dogmi accademici, gli assolutismi di matrice illuminista .

Inventa nello specifico, senza avviluppare e diluire i singoli fenomeni in principi generali che ne mortificano l'individualità e l'essenza. Perciò, affonda nelle radici della cultura architettonica moderna e, insieme, ne incarna le valenze fruibili.

Bioedilizia.

I pannelli in fibra di legno vengono realizzati con gli scarti delle segherie (riciclaggio di cortecce e rami di conifere non trattate chimicamente) si produce la fibra di legno, ossia la materia prima per la produzione di pannelli coibenti. Le fibre di legno vengono aggregate senza compressione, per effetto del potere collante della lignina (una resina naturale presente nella fibra stessa).

Il prodotto ottenuto, oltre alle caratteristiche del legno già più volte citate, è completamente biodegradabile e riciclabile e si presta ottimamente a diversi impieghi nella coibentazione termica e acustica di pavimenti, pareti e coperture.

Fibra di cellulosa riciclata è un'altro materiale dotato di buone capacità di coibentazione termoacustica e che ha anche il pregio della provenienza dal riciclaggio è la fibra di cellulosa.

E' prodotta mediante una speciale tecnica di trasformazione della carta dei quotidiani che, grazie all'utilizzo di componenti minerali naturali(in genere sali di boro), la rende non infiammabile e anche inattacabile dalle muffe, dai roditori e dagli insetti.

Il materiale viene insufflato nelle intercapedini e nelle coperture.

Fibra di cocco, di Juta, di cotone e di lino, sono ancora poco diffusi ma indubbiamente interessanti per le loro caratteristiche(materie prime rinnovabili, riciclabilità ecc. ) e per le loro doti di coibentazione sono i materiali derivati da fibre vegetali come il cocco, la juta e il lino. Naturalmente questi materiali devono essere garantite da certificazioni che attestino la provenienza da coltivazioni nelle quali non si sia fatto uso di materiali chimici.

Lana di pecora è un'altro materiale che grazie alla sua particolare microstruttura costituisce un'ottima e naturale alternativa alle fibre minerali per le sue qualità isolanti sia termiche che acustiche.

Oltre alle doti di coibenza e traspirabilità, la lana ha grandi capacità di igroscopicità,

ossia è in grado di assorbire acqua fino al 33% del suo peso senza apparire umidità e di cedere lentamente l'acqua assorbita svolgendo in modo ottimale il compito di equilibrare l'umidità relativa dell'aria.

La lana è inoltre una materia prima rinnovabile e riciclabile con un bassissimo bilancio energetico.

 

04/04/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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