Quando si possono dedurre dal reddito i contributi sanitari versati: modalità, limiti e convenienza
Aziende e lavoratori possono optare per il versamento di contributi sanitari integrativi, con reciproca convenienza. I versamenti ai fondi sono infatti esenti da qualsiasi tipo di tassazione, rientrano tra gli oneri deducibili dal reddito complessivo del contribuente fino al limite di 3.615,20 euro. Oltre è possibile fruire della detrazione fiscale al 19% per spese sanitarie. Vediamo tutti gli aspetti relativi alla deducibilità.
I contributi versati dalle aziende o dagli enti pensionistici ai fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario nazionale, e a favore dei propri dipendenti o dei propri pensionati, rientrano per quest’ultimi tra gli oneri deducibili dal reddito complessivo per un importo non superiore a 3.615,20 euro. Ossia il lavoratore, o il pensionato, può sottrarre i contributi sanitari versati dal proprio reddito imponibile ai fini del calcolo dell’imposta sul reddito (Irpef). Tale agevolazione fiscale, unitamente alla convenienza sanitaria del versamento, consentono ad azienda e lavoratore di avere convenienza ad optare per un versamento di contributi sanitari integrativi.