I pedaggi autostradali includeranno i costi dell'inquinamento per i mezzi pesanti

L'associazione delle imprese di autotrasporto la prende male e Aci rincara sulle strade insicure e l'autoturismo in Italia

Approvato dai Ministri europei dei Trasporti il provvedimento di modifica della Direttiva sull’internalizzazione dei costi esterni (Eurovignette) in base al quale nei pedaggi stradali a carico dei mezzi pesanti ora sono inclusi i costi dell’inquinamento atmosferico e acustico da essi provocato, oltre a quelli già previsti per le infrastrutture. Un principio che l’Associazione di Confindustria delle imprese italiane di autotrasporto (Anita) trova ingiusto, "chi inquina paga" secondo i rappresentanti del trasporto pesante non è utilizzato con equità, ma solo nell’ottica di penalizzare una tipologia di trasporto stradale, rispetto ad altre.

Le merci in transito su gomma sono il settore tra i più sottoposti allo stress della mobilità, con costi di struttura tra i più elevati che purtroppo finiscono per ripercuotersi sugli utilizzatori finali. E' altrettanto evidente che il nostro paese supporta al meglio il settore, come testimonia il segretario generale Anita Giuseppina della Pepa: “Concordo con il ministro Matteoli che in una fase come quella attuale di ripresa economica aumentare ulteriormente i costi del trasporto su gomma avrebbe dei riflessi negativi” ha dichiarato la rappresentante del settore dopo aver seguito la discussione in Consiglio dei Ministri. “E apprezzo l’intervento del governo italiano grazie al quale abbiamo ottenuto l'esenzione temporanea dalla Direttiva per i veicoli euro 5 e per quelli euro 6", ha concluso ricordando la concessione sugli obblighi in vigore, e valida rispettivamente fino al 2013 e al 2017. 



I risultati del Consiglio dei ministri vedono la posizione contraria di Italia, Spagna e Irlanda, l’astensione dell’Olanda e la posizione favorevole di Francia e Austria. Un'incertezza che dimostra quanto complessa e strutturata sia la questione a livello internazionale, con alcuni Stati membri che invocano l’applicazione del provvedimento ora al vaglio del Parlamento europeo. Tutto questo mentre il nostro Automobile Club d'Italia conferma che non può esserci turismo senza mobilità, "non tanto e non solo perché il 73% degli italiani e il 62% degli stranieri scelgono l’auto come mezzo di spostamento per la vacanza nel Belpaese" esordisce Enrico Gelpi Presidente del Club, intervenendo da Cernobbio alla quinta Conferenza del Turismo, "ma la ragione principale è che le carenze infrastrutturali compromettono le potenzialità turistiche del Sistema Italia". Gelpi, ha poi proseguito sul tema precisando che la carenza è generale "non si parla soltanto di strade ed aeroporti, ma anche a tutte quelle infrastrutture a forte richiamo turistico che fanno la fortuna di altri Paesi, come campi da golf, parchi a tema, impianti sportivi ed autodromi", ha spiegato.

Secondo il Presidente dell'ACI, l'Italia dovrebbe garantire una mobilità sicura oltre che efficiente e sostenibile: sono circa 25mila i turisti vittime di incidenti stradali ogni anno nel mondo, a causa di guida pericolosa, della disattenzione dei conducenti, o di veicoli insicuri e strade inpresentabili. Senza adeguati provvedimenti si stima che diventeranno 45mila entro il 2020 e 75mila entro 2030, con un tasso di crescita ben maggiore rispetto ai decessi di turisti per malattie tropicali. Sono numeri da brivido, significa triplicare un dato già oggi agghiacciante. Il problema della sicurezza stradale e dell'adeguamento delle infrastrutture è stato oggetto di piani nazionali e internazionali, ma è doveroso un aggiornamento a breve. In quest'ottica si colloca l'impegno dell'Automobile Club d’Italia, impegnato anche nella valorizzazione del turismo. Tra le iniziative ci sono collaborazioni con il Ministero del Turismo per la realizzazione del portale turistico Italia.it e per la promozione del numero Easy Italia dedicato agli stranieri (0393939). Infine la rete di collaborazione con i Touring Club esteri favorisce la promozione del nostro Paese negli altri, nel complesso le attività del Club si estendono anche nel campo dell’informazione, tramite il sito www.viaggiaresicuri.it curato da ACI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, o il servizio di infomobilità CCISS Viaggiare Informati o "Luce Verde" a Roma, a Milano e nel Lazio. Questo per favorire e migliorare la percezione della nostra mobilità per gli automobilisti provenienti oltre frontiera.

Resta il fatto, tuttavia, che i problemi segnalati da Enrico Gelpi dipingono una realtà non più trascurabile: abbiamo poche strade, e quelle attuali sono rischiose (soprattutto le urbane ed extraurbane). Forse è il caso di ripartire da questa considerazione, iniziando a ripensare la mobilità da zero, con nuove strade e l'adeguamento di quelle presenti, sulla base di norme e regolamenti attuali. Un dato su tutti non richiede ulteriori approfondimenti: in quelle di oggi non ci stiamo più, chi viaggia lo sperimenta sulla propria pelle, siano esse persone o "merci" in transito su autostrade e reti extraurbane. Non mancano certo le tecnologie per rendere le infrastrutture sicure e compatibili con il numero di veicoli leggeri e pesanti, sempre più sovrabbondante. Forse ciò che più latita è la coscienza di gestire uno strumento che determina la vita di migliaia di persone, e impatta sull'ambiente in modo consistente, con la premessa di una condotta di guida nel rispetto dei limiti imposti. Non è più solo un problema di repressione ed educazione al rispetto del codice della strada, quanto un fatto di "fare" le strade secondo un "nuovo" codice, che tenga conto di fattori ed elementi nuovi, completamente disattesi dai regolamenti attuali. Quando verrà affrontato questo tema a livello centrale, per strutturare una nuova mobilità, sostenibile e più sicura, allora forse riusciremo a guidare più rilassati e meno ansiosi di arrivare a destinazione, sia essa di lavoro e sia di svago. Soprattutto saranno gestibili i carichi di traffico in modo da consentire una fluidità continua ai mezzi pesanti, che inquineranno meno per il minor tempo impiegato a raggiungere la destinazione.

 

 

 

17/10/2010

Fonte: http://www.h2roma.org

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