Elevati i benefici ambientali e sanitari derivanti dalla diffusione delle pompe di calore elettriche

Grazie alla proroga delle detrazioni fiscali del 65% e all’eliminazione delle penalizzazioni tariffarie per le tecnologie elettriche ad alta efficienza, il mercato delle pompe di calore ha ottime prospettive di crescita e ora prova anche ad accreditarsi dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Secondo uno studio i benefici ambientali e sanitari derivanti dalla diffusione delle pompe di calore elettriche per il riscaldamento delle abitazioni potrebbero ammontare complessivamente a 1,7 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.

Lo studio ha analizzato i costi esterni indirettamente generati dalle pompe di calore elettriche attraverso le emissioni in atmosfera dovute alla produzione dell’elettricità necessaria per il loro funzionamento, e li ha confrontati con le esternalità ambientali e sanitarie provocate dalle emissioni degli impianti di riscaldamento convenzionali. Tali dati sono stati poi utilizzati per stimare i benefici ambientali netti al 2020 delle pompe di calore in sostituzione di impianti convenzionali secondo tre diversi scenari di diffusione: inerziale, con misure di sostegno e di massimo potenziale. Nello scenario con misure di sostegno (ossia quello attuale) i benefici ambientali cresceranno in relazione all’utilizzo delle pompe di calore annualmente installate, passando dai 57 milioni di euro di quest’anno ai 436 milioni di euro nel 2020, con un beneficio ambientale cumulato sul periodo 2014-2020 che ammonterebbe a circa 1,7 miliardi di euro.

Queste cifre dipendono non solo dalle minori emissioni di gas a effetto serra ma soprattutto dai minori costi sanitari associati alle emissioni inquinanti degli impianti di riscaldamento. Il settore del riscaldamento residenziale, infatti, al momento è inevitabilmente soggetto a normative relativamente meno severe e a modalità di gestione meno sistematiche rispetto alle centrali elettriche; inoltre, è caratterizzato da una maggior prossimità e numerosità della popolazione esposta alle fonti di emissione.

 

20/02/2014

Fonte:

http://www.tekneco.it

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