Paolo Zellini "Breve storia dell'infinito”

Mentre assaporiamo i colori e gli odori dell'inverno, degli aranceti in festa ci rilassiamo col magnifico libro di Italo Calvino.

Innalziamo lo spirito e lo sguardo in alto e cerchiamo di volare. Il nostro pensiero si smaterializza e ci fa dimenticare la pesantezza del vivere quotidiano.

L'articolo sarà strutturato in due parti: una riflessione del Letterato Calvino che ci farà allontanare dai brutti pensieri e l'altra parte citerò il libro di Mario Salvadori "perchè gli edifici stanno in piedi".

Ci lasciamo trasportare dalle onde turbinose del grande genio Italo Calvino, che con sapienza ha saputo trascrivere gli elementi più importanti della saggezza letteraria.

Abbiamo analizzato i termini: leggerezza, rapidità e ci siamo soffermati al termine esattezza.

Vediamo dalle vive parole eterne del saggio Paolo Zellini come analizza il termine " infinito".

L'autore Italo Calvino con stupore inneggia il poeta Paolo Zellini e il suo libro "breve storia dell'infinito" e racconta di averlo letto e meditato più volte.

Analizziamo insieme che cosa ha trascritto e cerchiamo di trarre delle massime di vita.

Il libro di Zellini s'apre con la famosa invettiva di Borges contro l'infinito, <<concetto che corrompe e altera tutti gli altri>>, e prosegue passando in rassegna tutte le argomentazioni sul tema, col risultato di dissolvere e rovesciare l'estensione dell'infinito nella densità dell'infinitesimo.

Questo legame tra le scelte formali della composizione letteraria e il bisogno di un modello cosmologico (ossia d'un quadro mitologico generale) credo sia presente anche negli autori che non lo dichiarino in modo eplicito.

Il gusto della composizione geometrizzante, di cui potremmo tracciare una storia nella letteratura mondiale a partire da Mallarmè, ha sullo sfondo l'opposizione ordine -disordine, fondamentale nella scienza contemporanea.

L'universo si disfa di una nube di calore, precipita senza scampo in un vortice d'entropia, ma all'interno di questo processo irreversibile possono darsi zone d'ordine, porzioni d'esistente che tendono verso una forma, punti privilegiati da cui sembra di scorgere un disegno, una prospettiva.

L'opera letteraria è una di queste minime porzioni in cui l'esistente si cristallizza in una forma, acquista un senso, non fisso, non definito, non irrigidito in una immobilità minerale, ma vivente come un sentimento di felicità.

La poesia è la grande nemica del caso, pur essendo anch'essa figlia del caso e sapendo che il caso in ultima istanza avrà partita vinta.

E' in questo quadro che va vista la rivalutazione dei procedimenti logico-geometrici-metafisici che si è imposta nelle arti figurative nei primi decenni del secolo e successivamente in letteratura.

L'emblema del cristallo con la sua esatta sfaccettatura e la sua capacità di rinfrangere la luce, è il modello di perfezione che ho sempre tenuto come un emblema, e questa predilezione è diventata ancor più significativa da quando si sa che certe proprietà della nascita e della crescita dei cristalli somigliano a quelle degli esseri biologici più elementari, costituendo quasi un ponte tra il mondo minerale e la materia vivente.

L'autore Italo ricorda che ama rileggere i libri scientifici che lo stimolano nell'immagginazione e gli è capitato di leggere che i modelli per il processo di formazione degli esseri viventi sono << da un lato il cristallo ( immagine d'invarianza e di regolarità di strutture specifiche ), dall'altro la fiamma ( immagine di costanza d'una forma globale esteriore, malgrado l'incessante agitazione interna )>>.

Cristallo e fiamma, due forme di bellezza perfetta da cui lo sguardo non sa staccarsi, due modi di crescita nel tempo, di spesa della materia circostante, due simboli morali, due assoluti, due categorie per classificare fatti idee e stili e sentimenti.

La fiamma come modo d'essere, come forma dell'esistenza.

Un simbolo più complesso, che mi ha dato le maggiori possibilità di esprimere la tensione tra razionalità geometrica e groviglio delle esistenze umane è quello della città.

Nel mio libro " le città invisibili" ogni concetto e ogni valore si rivela duplice : anche l'esattezza.

Kublai Khan a un certo momento impersona la tendenza razionalizzatrice, geometrizzante o algebrizzante dell'intelletto e riduce la conoscenza del suo impero alla combinatoria dei pezzi di scacchi d'una scacchiera: le città che Marco Polo gli descrive con grande abbondanza di particolari, egli le rappresenta con una o un'altra disposizione di torri, alfieri, cavalli, re, regine, pedine, sui quadrati bianchi e neri.

La conclusione finale a cui lo porta questa operazione è che l'oggetto delle sue conquiste non è altro che il tassello di legno sul quale ciascun pezzo si posa: un emblema del nulla. . . . . Ma in quel momento avviene un colpo di scena: Marco polo invita il GRAN Khan a osservare meglio quello che gli sembra il nulla. . . . .

La prossima volta vi racconterò la storia di Marco Polo e il Gran Khan.

Il geniale libro di Mario Salvadori che consiglio vivamente di comprare a tutti "perchè gli edifici stanno in piedi".

E' un libro dove vengono descritti concetti difficili con esempi che possono capire anche i non addetti del settore. Un'analisi sincera dell'evoluzione delle scoperte nel campo della fisica applicata alle costruzioni.

Leggiamo assieme i concetti più importanti del libro con una coscienza critica.

Sebbene le parti funzionali e quelle strutturali del'architettura svolgano solitamente ruoli separati, la struttura è sempre stata parte dell'architettura.

Ciò è inevitabile poichè la struttura obbedisce alle leggi della natura e non può soddisfare solo i desideri degli architetti.

La struttura, anche se necessaria, è spesso invisibile e non sembra contribuire all'architettura che sostiene ;per l'architetto la struttura è come l'avvocato per l'accusato: un male necessario.

La struttura inoltre ha un costo; anche se non lo è veramente in rapporto al resto dell'edificio, è pur sempre costosa. Nella maggioranza dei casi, la struttura incide da 1/4 a 1/5 sui costi complessivi, ma nel caso di un ponte o di un grande spazio coperto, può crescere fino a diventare il costo principale. La struttura è tra le principali fonti di discussione tra gli architetti e gli ingegneri strutturisti.

Oggi un bravo architetto deve possedere una conoscenza ampia e generale, deve controllare la distribuzione degli spazi, conoscere le tecniche di costruzione, gli impianti elettrici e meccanici, ma deve anche possedere nozioni di finanza, di gestione immobiliare, di psicologia e sociologia.

Inoltre l'architetto è un artista, è cioè in grado di esprimersi sul piano estetico.

D'altro canto l'ingegnere è un pragmatico, sia per educazione che per formazione mentale.

E' un esperto in alcuni aspetti specifici dell'ingegneria, ma solo in quegli aspetti. Oggi non vi sono soltanto gli ingegneri strutturalisti, vi sono anche ingegneri strutturalisti specializzati nell'uso del calcestruzzo, o addirittura nella progettazione di cupole in calcestruzzo di tipo particolare.

Non sorprende quindi che queste due personalità si scontrino; deve considerarsi fortunato quel cliente il cui l'architetto capisce la struttura e il cui ingegnere strutturalista apprezza l'estetica dell'architettura; alla fine è l'architetto il leader del gruppo di progettazione, e saranno sue le responsabilità e la gloria del progetto. L'ingegnere strutturalista ne è un supporto indispensabile; si dice che uno dei principali motivi del suo lavoro è che può fare per un solo euro quello che gli altri fanno per due.

Come abbiamo potuto constatare dalla riflessione di Salvadori le due professioni : Architetto e Ingegnere si completano a vicenda. Uno studio è completo se all'interno collaborano le due figure.

La prossima volta analizzeremo come la concepisce la struttura "l'uomo comune".

Ne tracceremo le tappe fondamentali che ci porterà alla consapevolezza che molte intuizioni nel corso della storia sono state trovate grazie alla genialità dell'utente che deve costruire la propria abitazione.

 

28/02/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare