Leggenda o mito aleggia attorno alla figura di Aldo Rossi

Oggi vorrei fermare la vostra attenzione su un Luminare del passato Italiano Aldo Rossi.

Mi ricordo che rimasi affascinato il secondo anno di Architettura durante una lezione del mio professore Cesare Ajroldi durante una sua lezione, proiettava delle diapositive sulle architetture da prendere come riferimento per le esercitazioni del corso di Composizione.

Con arguta risolutezza Ajroldi prendeva come esempio l'architettura contemporanea Aldo Rossi.

Io lo scelsi nelle esercitazioni come punto di riferimento per il suo linguaggio, e la sua profondità.

Comprai quasi tutto: una monografia l'opera completa e la utilizzai per le esercitazioni nel corso di composizione.

Oggi alla luce di quanto appresi in Facoltà la realtà rasenta l'assurdo: "Interi quartieri abbandonati, le quinte dei palazzi moderni che sembra un carro di carnevale, e la cosa più grave che nessuno grida allo sfacelo".

Sembra ormai che siamo abituati al "Brutto", e allo squallore di tanti quartieri senza piazze ne verde pubblico e soprattutto senza mezzi di trasporto adeguato.

La benzina alle stelle, le quotazioni allarmanti dello spred preoccupa piazza affari !.

Mi chiedo perché nonostante siamo intelligenti, una civiltà supertecnologica siamo alla deriva nel campo economico?, siamo destinati come la Grecia a un defolt?chi ha causato il debito pubblico così elevato?

Sono domande che hanno risposta nel malgoverno.

La vita vive attraverso i sassi di un edificio, ma se questi sassi vengono assemblati da palazzinari senza scrupoli e da manuali che non hanno morale il loro mestiere finisce per diventare un fatto meccanico, senza anima.

Sono morti e finisce la sacralità dell'arte del costruire.

Oggi vorrei fermare la vostra attenzione su un grande Architetto che è morto prematuramente in un incidente stradale e che ha lasciato una traccia della sua arte nel costruire.

Aldo Rossi scrive: Confrontarsi con i maestri è un modo di riconoscerli; ed io credo di avere pochi maestri non solo perché pochi ne riconosco, che sarebbe arbitrario, ma per avere studiato e seguito quei pochi con fissità e senza mai distrarmi per persone e cose che ritenevo inutili, considerando che il progresso nell'arte e nella scienza dipende da questa continuità e fissità che sola permette il cambiamento. E restano miseri coloro che pensano di cominciare da se stessi o non conoscono i loro padri prestandosi così alle mode ingannevoli.

La prossima volta continueremo a parlare di Aldo Rossi e dei suoi maestri e cercheremo di seguire i suoi consigli.

Ma ritorniamo a parlare dell'architettura organica.

Organico per Sullivan è " la ricerca della reltà ", parola che amo perché amo il senso della vita che evoca, un afferrare le cose con dieci dita.

In molti paesi europei, quando un contadino deve costruire una casa, la concepisce spontaneamente a forma di cubo comunque di parallelepipedo; il suo programma si concreta in un disegno geometrico compiuto.

ll contadino americano segue un metodo opposto: edifica gli ambienti immediatamente necessari, lasciando aperta la possibilità di aggregare altri man mano che se ne presenti l'esigenza. Il primo approccio è inorganico e classicista, poichè parte da schemi e volumetrie prefissate; il secondo aderisce alla legge del mutamento e privilegia gli spazi interni.

Passando dalla prosa edilizia al livello poetico, emerge un'analoga dicotomia: un tempio greco s'impone nella sua immagine globale, intuibile da un punto di vista statico, completo in ogni suo aspetto ed inalterabile; in una cattedrale gotica o in una chiesa di Borromini, invece, nessun quadro prospettico abbraccia l'intera realtà, per appropriarsi della quale occorre un impegno cinetico, un itinerario che consenta di captare i molteplici, imprevedibili effetti. Allo stesso modo la villa Savoye o chiamata casa Savoye a Poissy di Le Corbusier si offre come un prisma elementare chiuso, istantaneamente afferrabile, cui nulla si può aggiungere o sottrarre, mentre la casa nella cascata di Wrigt va sperimentata nelle sue innumerevoli e polivalenti articolazioni. Sostenere che, solo per questo, Fallingw è superiore alla villa Savoye sarebbe assurdo quanto prediligere la cattedrale di Salisbury al Partenone di Fidia; d'altra parte, negare il divario metodologico e processuale fra i due testi equivarrebbe a non approfondirne la specificità culturale e lirica.

Pur non intendendo conferire alla tendenza organica il valore assiomatico di una categoria architettonica, va ribadito che essa è chiaramente delineabile, e non per caratteri vaghi o sentimentalistici, non implica colori locali, richiami al passato, improvvisazioni istintuali, edilizia rustica o vernacolare, provincialismi di sorta; qualifica una diversa maniera di concepire spazi, strutture e volumi nei temi edilizi sia antichi che moderni.

Nulla è più rigido e condizionato da ragioni economiche di una casa prefabbricata, prodotta in serie in uno stabilimento industriale. Ebbene, persino nell'aggredire questo problema che sembra escludere ogni flessibilità, l'antitesi tra approccio organico e inorganico si rivela netto.

Durante la guerra, nel 1944, il governo britannico sottopose all'esame del pubblico un modello destinato ai reduci: parallelepipedo diviso in quattro stanze, freddo e quasi repellente. Espose una polemica nel corso della quale, sulla base delle esperienze scandinave e americane, fu riaffermata l'esigenza di non prefabbricare la casa come un pacco unitario, ma di progettare componenti edilizie assemblabili liberamente, con la possibilità di ampliarne o ridurre il numero e le dimensioni. Si tratta evidentemente di concetti opposti dell'abitare: uno totalitario, irriggimentatore; l'altro volto ad arricchire la fenomenologia.

Domani continueremo ad esplorare questo fantastico mondo dell'architettura organica e ne assaporeremo qualità e contraddizioni che fanno di questa architettura un metodo misterioso del costruire.

Vediamo sempre di cogliere gli elementi peculiari del'architettura biologica.

Tra i criteri operativi per una corretta progettazione biologica possiamo annoverare quelli che comunemente vengono definiti fattori bioclimatici ed ambientali.

In generale tali fattori riguardano gli aspetti relativi al benessere dell'utilizzatore come, ad esempio, il benessere idrometrico, acustico, olfattivo o quello relativo all'illuminazione, che gli ambienti di un edificio dovrebbero garantire in funzione delle diverse destinazioni d'uso (residenza, lavoro, sport, ecc.).

In linea generale i fattori bioclimatici ed ambientali possono essere definiti come indicatori del benessere psicofisico dell'utilizzatore degli ambienti di un edificio.

La scelta del luogo per la realizzazione di un edificio costituisce una delle condizioni più importanti per la garanzia del rispetto delle condizioni di bioecologicità della costruzione.

In particolare alcune condizioni legate direttamente al luogo sono decisamente più pregnanti delle altre leggi che si prendono come riferimento tra queste quelle normative che irrigidiscono la libertà di creare.

La ventilazione è parte importante nelle scelte progettuali vediamo come.

Con il termine ventilazione naturale si intende definire, in linea del tutto generale, gli effetti complessivi dei movimenti delle masse d'aria di vario tipo che sono presenti in un determinato luogo.

Alcuni di questi vengono, molto più comunemente, denominati venti.

 

11/03/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare