Il fascino di Picasso e il Vasari due geni del passato

Il mito e la leggenda aleggiano attorno a questi due luminari del passato che hanno brillato nel cosmo dell'esistenza umana, lasciando un profumo che con la sua essenza ci fa sognare ad occhi aperti.

Come sempre il sabato ci rilassiamo per dimenticare la idiosincrasia caotica della società moderna o come la chiamano molti storici illustri l'era post-moderna io la definirei l'era della nanotecnologia della scissione dell'atomo della bomba nucleare della ricerca del neutrino.

Oggi purtroppo il potere è in mano ai mass-media e alle multinazionali che impongono il proprio dominio e utilizzano purtroppo i sistemi informativi per amplificare il loro potere e vendere i loro prodotti.


Ma lasciamo ai posteri l'ardua sentenza. . . . . . . . .

Sempre con occhio critico analizziamo la vita dei grandi maestri per cogliere degli elementi che ci possono aiutare a vivere con più coscienza.

Pablo Picasso nel 1897 comincia ad esporare nuove idee e intraprende una nuova carriera.

Ha un nuovo stile:in un bozzetto disegna scrutando e analizzando l'interno di una taverna che svela esplicite influenze di : Damier a Van Gogh.

Nell'ottobre dello stesso anno si scrive all'Accademia Real di San Fernando, a Madrid.

Gli studi si rivelano meno interessanti dell'osservazione dal vero della quotidianità e degli stati d'animo delle persone, sia nelle taverne che nei quartieri popolosi della povera gente.

E' un periodo dove Picasso è studente, svolge una attività fervente: schizzi, carboncini, dipinti e copie dal vero, che evidenziano il talento assimilatore del genio.

Riempie le sue giornate disegnando capolavori custoditi nei musei della capitale e seguendo i corsi in Accademia che abbandona frequentemente.

Nei disegni di quel periodo si nota l'adesione ad un certo tipo di Modernismo tipicamente spagnolo e alle nuove tendenze astratte d'avanguardia.

La primavera del 1898 si ammala di scarlattina e quando gli è possibile passa le vacanze a Barcellona per il clima più favorevole e passa l'estate nel villaggio di Horta de Sant Joan dove resta anche dopo la convalescenza.

La vita della natura lo ristora delle sofferenze della città, lavora la terra e impara i lavori della campagna.

Picasso affermerà in seguito " Tutto ciò che so l'ho imparato nel villaggio di Horta.

Ritorna a Barcellona nello studio di calle de Escudillero Blanco1, ricavato dall'appartamento del fratello dello scultore Josè Cardona Iturro, avviene l'incontro tra Picasso e Sabartès, che diverrà l'amico e il biografo di sempre.

A Barcellona Picasso diciottenne è ormai da considerarsi perfettamente inserito nell'ambiente dell' èlit artistica e letteraria, dell'intellighenzia della città.

Le principali discussioni nei migliori salotti, nei caffè, e nei locali notturni erano:teorie di Nietzsche, della musica di Wagner, alle innovazioni del teatro di Ibsen insieme a Schopenhauer, Strindberg e Maeterlink, alle teorie preraffaellite e al Simbolismo nelle arti figurative, alle idee anarchiche di Bakunin e Kropotkin.

Il locale dove Picasso assieme a tanti giovani artisti e intellettuali passano molto tempo è il simbolo del Modernismo architettonico catalano, costruito dall'architetto Josè Puig y Cadafalch.

Un caffè in stile nordico-medievale che sorge nel piano terra di Casa Martì.

Grazie a queste frequentazioni notturne e al tessuto urbano arabeggiante con stradine strette, determina nell'artista la mania di rappresentare nei suoi dipinti, acquerelli e rapidi shizzi, squarci e angolazione strane che poi saranno spunti per arrivare alla sperimentazione della quarta dimensione (cubismo).

Grazie alle frequentazioni dei locali e alle animazioni di giovani artisti con geniali talenti, Picasso percepisce e riceve impulsi del nuovo millennio e cambia completamente tecnica di lavoro, privilegia le grandi pennellate, i piani grandi e appiattiti, le figure via via più allungate.

Denuncia le predilezione per copiare El Greco riconoscibile per le figure allungate.

Altre opere come l'Autoritratto e Allegoria : ragazzo donna e grottesco( 1899 ) hanno invece il riferimento a Munch.

La prossima volta vedremo come il locale caffè Els Quatre Gats sia riuscito a dare impulsi all'evoluzione del genio.

Vasari Le vite

L'articolo precedente abbiamo visto che saggiamente il Vasari fa un'introspezione della vita di un artista e ne traccia tre età e ne indica che le arti come i corpi umani hanno: il nascere il crescere, l'invecchiare e il morire.

Una delle caratteristiche che deve avere un'opera d'arte sia scritta dipinta o scolpita è "la grazia".

E' legata alla bellezza e all'invenzione ed è, in un certo modo, legata alla bellezza e all'invenzione ed è, con queste, tramite il desiderio di amore che deve suscitare l'opera d'arte, dalla quale vi è una concordanza, che dia terrore nelle furie e dolcezza negli affetti piacevoli, e rappresenti in un tratto la intenzione del pittore, e non le cose che non pensava.

Una caratteristica oggettivo e soggettivo ad u tempo, che pone in luce tanto la bellezza dell'opera quanto la capacità d'invenzione dell'autore che permette di individuare l'animo.

Il disegno per Vasari occupa un posto preminente per analizzare un fenomeno e ne traccia i punti, nodi, particolari che fanno grande uno studio.

Questo metodo di indagine analitica è da riscontrare in tutti i grandi geni del passato.

Il Vasari definisce intellettualistico più che quello pratico : " il disegno, padre delle arti nostre ", scrive: procedendo dall'intelletto che ne traccia un giudizio universale.

L'idea di tutte le cose è l'indagine della natura, la quale è singolarissima nelle sue misure.

Analizzando i corpi umani o animali o piante vi sono proporzioni che ha il tutto con le parti e che hanno le parti fra loro e con tutto l'insieme.

Tramite il disegno che è lo strumento per l'indagine che nella prima fase è intellettuale e soltanto in ultima fase si estrinseca nella manifestazione grafica: si può affermare che è espressione dell'animo.

Da ciò la necessità di un continuo esercizio del disegno che permette di come per naturale dono di disporre i componimenti e accomodare le invenzioni.

Il disegno sta all'origine dell'invenzione, "madre verissima di tutte le arti", poichè soltanto attraverso di esso, sia come concetto che come giudizio sia attività pratica di porlo in carta.

La prossima volta analizzeremo come si può tracciare prospetti e piante seguendo rapporti armonici e codici segreti celati all'interno dei disegni.

 

02/03/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare