Picasso e Vasari geni a confronto – parte 2

A noi ormai con i capelli bianchi che ne abbiamo visti di tutti i colori cerchiamo con leggerezza (la leggerezza di Italo Calvino) di riscoprire sentieri arcani, che ci fanno sognare e ci riconducono in un mondo fantastico che ci fa sognare un Paese Italia senza discordie, rigoglioso e pieno di opportunità per i giovani.

Vasari e Picasso.

Ripercorriamo i loro sentieri per conoscerli meglio e trarre dai loro insegnamenti pillole di saggezza.

Come è nel mio stile, l'articolo sarà strutturato seguendo la  sintesi o menabò della vita dei due    geni.

Il lettore senza accorgersi si troverà immerso nell'oceano infinito delle parole, che lo porterà a sognare   ad occhi aperti in  un mondo fantastico come un quadro di Kandinsky dove non si individua ne l'origine ne la fine .

Si cercano invano le matrici matematiche nei suoi quadri ma solo chi è saggio riesce a individuare delle regole nell'intricato gioco della linea del  punto e della  superficie.

. . . . . . . . alla volta di Parigi, con l'amico Sebastià Junyer.

Carichi di ottimismo Picasso e Junyer si installano a Montmartre, nell'attuale place

E'mile-Goudeau . L'edificio che li ospita è chiamato da Max Jacob il Bateau Lavoir. Nulla, nè a livello di stile nè di scelta dei soggetti, sembra essere cambiato nei quadri di Picasso: la stessa profonda compassione per il dolore umano, lo stesso perseverare nel valore simbolico ed essenziale del colore, verso la creazione di una sorta di

mitologia alternativa.

Tristi arlecchini, vagabondi solitari e personaggi da circo sono alcuni dei caratteri prescelti. Nell'estate del1904 esegue alcuni capolavori, significativi dell'allungamento progressivo dei corpi e dei dettagli che si riscontra a partire da questo periodo: nella stiratrice il movimento ascendente del corpo fa da contraltare a quello discendente degli arti superiori, nella ripresa di un tema caro al pittore Degas. Ma già in Donna con corvo, che rappresenta una donna nell'atto di baciare la testa di un corvo, la forma è meno scultorea dei precedenti quadri del periodo blu, e Il pasto fugale, grande acquaforte, riprende la forma allungata delle mani, fulcro compositivo di queste due opere. Progressivamente la tavolozza si trasforma dal freddo blu alle soffici gradazioni del grigio e del rosa. Tra le amicizie di Picasso ci sono coloro che come lui hanno lasciato Barcellona per la piccola collina parigina di Montmartre: gli scultori Paco Durio, amico di Paul Gauguin, e Manuel Huguè, detto anche Manolo, i pittori Zuloaga  e Riccardo Canals; sono personaggi estroversi  ed eccentrici, oltre poveri e artisti. A essi si aggiunge presto la nuova amante di Picasso, Fernande Olivier, che vive nello stesso edificio dove si trova Picasso, al Bateau Lavoir.

Per il pittore Fernande, oltre che la prima importante storia d'amore, rappresenta l'equilibrio e la pace che da tempo egli cerca, come ben mostra il piccolo acquerello intitolato Donna addormentata: un uomo seduto accanto a un letto guarda placido una donna dormiente.

Nei racconti di Fernande si ha un lucido quadro della vita del periodo: gli stenti e le ristrettezze economiche, ma anche la felicità e l'amore della giovane coppia, oltre che una descrizione del carattere di Picasso ventenne, quanto mai interessante e fondamentale. Era gelosissimo dell'amata, alla quale permetteva di uscire esclusivamente in sua compagnia, ed esprimeva il suo amore dedicandole ritratti e disegni di cui riempiva la piccola stanza dello studio. Attratta dal suo magnetico e ipnotico sguardo, Fernande restava a casa a preparare da mangiare, e spesso era lo stesso Picasso che si occupava delle pulizie di casa. . . . . . . . .

Continua la prossima volta. . . . . . . . . .

Giorgio Vasari

Proemio delle Vite

. . . . . . . la Chiesa di S. Martino in Lucca col disegno di discepoli del  Buschetto(San Martino fu fndato dal vescovo Frediano (560-588); rimaneggiato in varie epoche, ebbe la forma attuale nell' XI  secolo. Fu consacrato nel 1070 da Papa Alessandro II . La facciata inferiore era già ultimata nel 1196; la galleria superiore è opera di Guidetto (1204).

Nella facciata dinanzi alla chiesa si vede applicato un portico di marmo con molti ornamenti ed intagli di cose fatte in memoria di Papa Alessandro II.

Nella detta facciata sono alcune figure, e sotto il portico molte storie di marmo di mezzo rilievo della vita di S. Martino e di maniera greca; le sculture di S. Martino sono: il gruppo di San Martino col povero sulla facciata, le Storie di S. martino, iniziati nel 1233 da Giulietto da Como, sulla porta principale vi sono dei rilievi dei Mesi che fanno intuire che sono della stessa mano; le storie di San Remigio, della porta laterale destra, attribuite ai maestri comacini.

Le migliori sono sopra una delle porte, furono fatte settanta anni dopo da Nicola Pisano, e finite nel 1233 dagli operai: Abellenato e Aliprando che intagliarono il portale.

le figure principali sono di Nicola Pisano e mostrano il suo ardore verso la scultura (sono attribuite a Nicola Pisano ma presentano affinità con lo stile di Arnolfo di Cambio).

Gli artisti che vennero dopo, conoscevano bene l'arte baronesca (rozza e goffa) e abbandonarono le maniere vecchie e ritornarono ad imitare l'arte greca nelle forme divine di perfezione e armonia.

Di sculture se ne fecero similmente infinite, come si vede ancora sopra la porta di S. Michele a piazza padella di Fiorenza, di basso rilievo(San Michele fu distrutto ed rea nel luogo dove sorge ora San Gaetano. Le opere di scultura citate si conservano e sono della fine del XII secolo).

Per molti luoghi  di sepolture, ed ornamenti  di porte per le chiese, hanno per mensole certe figure per reggere il tetto, così goffe  e tanto malfatte  di grossezze che vengono ricordate come le opere più barbare del tempo.

Finisce l'introduzione del proemio citando il naturale fenomeno umano di: nascita, crescita, invecchiamento e morte. Poi riflette sul fenomeno  della  rinascita di un' opera.

Solo se è di divina esecuzione può rinascere.

Infine mette in evidenza che la biografia degli artisti può essere aggiornata nell'arco di quindici vent'anni in cui l'artista può avere delle evoluzioni di stile.

Continua la prossima volta con la vita di Cimabue. . . . . . . . . . . . .

 

 

27/04/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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