Picasso e Vasari geni a confronto – parte 1

Continuiamo a sognare ad occhi aperti e volare alto con l'aiuto di due grandi pittori: Vasari e Picasso.

Ripercorriamo i loro sentieri per conoscerli meglio e trarre dai loro insegnamenti pillole di saggezza.

Come è nel mio stile, l'articolo sarà strutturato seguendo la sintesi o menabò della vita dei due geni.

Il lettore senza accorgersi si troverà immerso nell'oceano infinito delle parole, che lo porterà a sognare ad occhi aperti in un mondo fantastico come in un film di Erry Potter e riscoprirsi bambino nell'infinito cosmo della conoscenza.


Pablo Picasso.

A Barcellona stringe amicizia con il pittore Sebastià Junyer e; con lui tornerà a Parigi, dopo nove mesi trascorsi in Spagna.

I suoi quadri rappresenta: prostitute, madri addolorate e donne tristi e solitarie sono tutte immerse in una penombra di intenso azzurro.

Nei disegni si nota una progressiva attenzione profonda dei personaggi e della composizione, ma anche una maggiore libertà che sfiora spesso la parodia e la caricatura, come negli shizzi che hanno come protagonista l'amico Junyer: esempio fra tutti la parodia dell'Olympia di Manet. Sul letto è stesa una grassa donna di colore, mentre ai due lati opposti vi sono il magrissimo e buffo Junyer, con una coppa di frutta, e Picasso, entrambi nudi.

A Parigi torna solo nell'estate del 1902, per la terza volta nella sua vita (Tra il 1900 e il 1904 furono in tutto otto volte che attraversa i Pirenei), prendendo casa in una soffitta dell'Hotel du Maroc, in rue de Seine nei pressi di boulevard Saint-Germain. Qui tra l'altro dipinge Madre con bambino sulla spiaggia, indiscusso capolavoro, e ritrae più volte il sarto Soler e la sua famiglia, a testimoniare probabilmente il grande bisogno di vestiti, ottenuti in cambio dei quadri(si veda per esempio l'opera La famiglia Soler).

Max Jacob gli propone di abbandonare la stanza sordida e angusta per trasferirsi da lui in boulevard Volteoire. Divideranno una stanza e un letto: di giorno è lo spagnolo a dormirci, di notte il francese. Tra l'inverno del 1903 e la primavera del 1904 trascorre di nuovo a Barcellona un periodo in cui la sua produzione si attesta come la più prolifica e bella di tutto il Periodo blu, con capolavori come Il pasto del cieco, Celestina, la vita, Vecchio cieco e ragazzo, Il vecchio chitarrista, L'Asceta. Nell'aprile del 1904, dopo aver cambiato studio diverse volte, lascia per sempre la Catalogna, di nuovo alla volta di Parigi, con l'amico Sebastià Junyer. Continua la prossima volta. . . . . . . . . .

Giorgio Vasari

Proemio delle Vite

L'edificio del Duomo di Pisa sveglia in Italia l'anima di costruire Chiese e in particolare in Toscana si accende lo spirito per intraprendere molte belle imprese di costruire edifici illustri.

Nella città di Pistoia si diede principio l'anno 1032 alla chiesa di S. Paolo, presente il beato vescovo di quella città, come si legge in un contratto fatto in quel tempo. (La chiesa di S. Paolo di Pistoia fu fondata dal vescovo Teodosio nel 1748 e ampliata nel 1143 dal vescovo Atto. La data vasariana deriva forse dall'atto d'acquisto dei terreni per l'ampliamento che è del 1136).

Nel 1060 fu in Pisa edificato il tempio tondo di S. Giovanni, dirimpetto al Duomo ed in su la medesima piazza (Il Battistero fu iniziato da Diotisalvi nel 1152 ed era terminato 1278).

La cosa meravigliosa e incredibile che si trova scritto in un manoscritto antico dell'Opera del Duomo, le colonne del S. Giovanni, i pilastri e le volte furono rizzate e fatte in quindici giorni. Fu un'opera di grande spesa e difficile da condursi e la volta della tribuna fatta a guisa di pera, e al di sopra coperta di piombo. Il prospetto è pieno di colonne con intagli e d'istorie, e nel fregio della porta di mezzo è un Gesù Cristo con dodici Apostoli di mezzo rilievo, di maniera greca.

I Lucchesi nell'anno 1061 in antagonismo con i Pisani, iniziarono la Chiesa di S. Martino in Lucca col disegno di discepoli del Buschetto (San Martino fu fondato dal vescovo Frediano (560-588); rimaneggiato in varie epoche, ebbe la forma attuale nell' XI secolo. Fu consacrato nel 1070 da Papa Alessandro II . La facciata inferiore era già ultimata nel 1196; la galleria superiore è opera di Guidetto (1204). Continua la prossima volta. . . . . . . . . . . . .

 

20/04/2013

Fonte:

Cortese contributo dell'

Architetto Alessi Baldassare

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